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16
2011

Scegliere e liberta.... a partire da che cosa catechesi 14 febbraio 2011

Ultimo aggiornamento (16 Febbraio 2011)
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Dopo gli incontri sul divertimento, sul senso,  ora stiamo percorrendo la via dei valori.  Tanti sono i valori che riguardano la nostra vita, ne abbiamo scoperti 46 e su qualcuno di loro abbiamo riflettuto.

Cercheremo di far capire a ciascuno di voi nei prossimi incontri  come è possibile discernere , in tanti campi della vita , tra bene e male, per impa-rare a scegliere sempre il bene.

Dunque un tema molto difficile , con diverse sfaccettature e con molte possibilità di agganciare temi attuali.

È però necessaria una premessa, che è quella che facciamo subito stasera, una premessa che ci aiuti a riflettere sul tema della libertà.

Libertà, libertà, se ne fa un gran parlare, ma cosa è la libertà? Cosa significa che siamo liberi di scegliere? Possiamo ascoltare la riflessione che faceva il Cardinale Carlo Maria Martini proprio ad un gruppo di adolescenti.

 

Dal Dizionario spirituale (Card. C.M.Martini)

Il manifesto della libertà interiore sono le Beatitudini, cioè l’atteggiamento profondo di distacco da ciò che si possiede (denaro, successo, potere, progetti, pretesa di ge-stire la propria vita). Per la pretesa di gestire la vita nostra e altrui, senza lasciare uno spazio di distacco non  profondo, noi diventiamo schiavi delle cose, degli impegni, delle aspettative degli altri, dell’immagine chi gli altri hanno di noi. La libertà delle Beatitudini è quella dei figli che non si preoccupano del domani, perché si affidano al Padre celeste. Questa libertà è progressiva perché richiede molti anni, molta fatica, molte tribolazioni per acquistarla; non ci è data subito. Siamo dunque in cammino verso la vera libertà con cui Cristo ci ha liberati, e quando riceviamo l’eucaristia, quando siamo assolti dai nostri peccati, compiamo un passo in avanti. Si tratta di un cammino che coinvolge tutta la nostra esistenza; esso è duplice e la spiritualità cristiana lo ha sempre indicato con il nome di «purificazione attiva» e di «purificazione passiva». La purificazione attiva consiste, per usare un termine moderno, nel saper scegliere, e quindi anche nel saper rinunciare quando è necessario, alla luce dei criteri di bene superiore. Con la purificazione attiva non arriveremo mai alla completa libertà e per questo interviene l’azione purificatrice di Dio stesso. È estremamente importante scoprire la mano purificatrice di Dio nella nostra vita: nella preghiera, nelle amicizie, nelle relazioni, nei rapporti pubblici, negli affari, nelle malattie, nelle stanchezze, nelle delusioni. Dio ci purifica attraverso mille eventi, mille situazioni e noi dobbiamo serenamente affidarci alla sua azione lasciandoci, per così dire, scarnificare nella certezza che lui ci ama e che la sua mano è più sa-piente della nostra.

Mt.5, 1-6

1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

3 «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

5 Beati i miti, perché erediteranno la terra.

6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

 

 

Raccogliamo i seguenti spunti:

1. Libertà e beatitudini indicano, dice il Cardinale, il distacco da ciò che ci possiede (denaro, successo, potere, progetti, pretesa di gestire la propria vita…) Di fatto tutte queste cose dalle quali dovremmo liberarci sono quelle che facciamo e rifacciamo. Ci sono adolescenti, che per fare qualche soldo, sono disposti a tutto, anche a vendere droga o, come diceva qualche articolo di qualche mese fa sul giornale, anche se stessi, il proprio corpo. Lo stesso vale per il successo. Ciascuno di noi sogna di diventare un ragazzo di successo in qualche cosa. E, di fatto, noi siamo contenti solo quando riusciamo a gestire in proprio la nostra vita, e fare ciò che vogliamo, senza doverci confrontare con nessuno. Liberarsi da questo stile di vita è saper scegliere per il bene, per la libertà.

 

€ Quanto sei lontano dallo stile delle beatitudini?

€ Perché non sono la pagina a cui fare riferimento spontaneamente

 

2.La libertà è progressiva, dice il Card. Martini ; quindi si tratta di un cammino che è, per te, appena iniziato. Non devi pensare che il passare attraverso molte esperienze anche negative, sta cancellando la tua libertà. Anzi, può proprio essere che attraverso queste esperienze tu sappia recuperare la varietà della tua libertà. Dunque se non sei ancora alla meta è normalissimo. L’importante è interrogarsi sul perché delle cose, sul perché delle scelte.

€ Ti interroghi sul perché delle tue scelte, sui valori che le sostengono, sui criteri che sai sfoderare?

 

3.La purificazione attiva consiste nel saper scegliere e nel saper rinunciare. Credo che questa purificazione attiva sarà la costante riflessione che ti proporremo  anche grazie al cammino del lunedì sera e alla proposta che in Oratorio ti facciamo. Pensa anche a cosa ti proponiamo. Anche il divertimento e lo stare insieme in Oratorio non è fondato su regole ben chiare! Non ti sei mai chiesto il perché?

 

€ Tu sai rinunciare a qualcosa?

€ Cosa determina le tue rinunce?

€ Come fai a scegliere tra una cosa e l’altra?

€ Solo per le sensazioni di quel momento?

€ Solo per qualcosa questa prova e spiegabile?

 

3.La purificazione passiva è data di Dio stesso che ci purifica attraverso quello che ci accade. Molto spesso sento adolescenti che fanno fatica ad accettare quello che capita , che anzi si ribellano a quanto devono sopportare.

Forse sarebbe bene incominciare a capire che se saremo riconciliati con la nostra storia, meglio staremo e più in fretta capiremo cosa fare della nostra vita.

€ Cosa ti sta dicendo la tua storia?

€ Con cosa, con quale aspetto della tua vita è bene che tu giunga a riconciliazione?

 

Quella di questa sera è solo un introduzione che non vuole chiudere l’argomento che oltre nel gruppo potrai riprendere personalmente con Don Enrico, Maurizio, i tuoi educatori e  ci fa capire che in tutti i campi della vita , occorrerà passare attraverso questa purificazione attiva e passiva.

Alla fine di questa serata , potresti allora chiederti:

F Io in fondo , chi sono?

F Cosa dicono le mie scelte di me?

F Cosa voglio/vorrei essere?

« Umiltà »

I superbi sono quelli che credono di essere qualcuno, che hanno di sé un concetto così alto da farne quasi una ragione di vita, per cui gli altri devono piegarsi al loro servizio, e neppure vanno ringraziati perché fanno ciò che è dovuto. È l’atteggiamento che Paolo stigmatizza altre volte nelle sue Lettere. Ad esempio scrivendo ai Romani:

«Non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi». L’atteggiamento umile è quello di chi non si gonfia e non si illude. L’umiltà è socievolezza senza pretese, colma di affet-to, di attenzione, amorevolezza, provenienza. L’umiltà co-me virtù sociale comporta anche distinzione, correttezza, un certo riserbo, un’educazione profonda, finezza che conquista il cuore per-ché non è espressione semplice-mente di un’affettazione esterio-re. Niente commuove di più le persone che sanno di contare po-co nella società, che il vedersi trat-tare con estremo rispetto e con grande valorizzazione di ciò che sono.